Putin alza la posta sul Donbass: cessate il fuoco solo se l’Ucraina si ritira da tutto il territorio conteso

Il presidente russo Vladimir Putin torna a dettare le sue condizioni sul conflitto in Ucraina, chiarendo che Mosca non intende arretrare rispetto ai propri obiettivi territoriali.

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27 Novembre 2025 - 18.20


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Il presidente russo Vladimir Putin torna a dettare le sue condizioni sul conflitto in Ucraina, chiarendo che Mosca non intende arretrare rispetto ai propri obiettivi territoriali. La Russia, ha dichiarato, cesserà le ostilità soltanto quando “le truppe ucraine si saranno ritirate nel Donbass, altrimenti Mosca raggiungerà i suoi obiettivi con mezzi militari”, come riportato da Interfax.

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Putin ha poi sostenuto che allo stato attuale non vi sarebbero le condizioni per un’intesa politica con Kiev: “La Russia vuole raggiungere un accordo con l’Ucraina ma al momento è legalmente impossibile”, affermando nuovamente che l’attuale leadership ucraina “oggi potrebbe vincere le elezioni solo con la frode”. A suo giudizio, “non ha senso firmare documenti con la leadership ucraina, evitare le elezioni presidenziali è stato un errore strategico”.

Intervenendo anche sulle dinamiche internazionali, il presidente russo ha negato che vi siano stati contatti formali per un ritorno di Mosca nel G8: “Non rifiutiamo mai il contatto. Siamo sempre aperti all’interazione. Ma non abbiamo ricevuto alcuna proposta ufficiale”. Ha inoltre precisato che “per quanto riguarda il G7/G8, non abbiamo chiesto di partecipare”.

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Putin ha poi fatto riferimento alle divisioni interne ai Paesi occidentali riguardo alla gestione della guerra: “Non si tratta di noi. Si tratta dello scontro di opinioni all’interno dell’Occidente e degli Stati Uniti stessi su ciò che sta accadendo e su ciò che deve essere fatto per fermare i combattimenti”.

A margine delle polemiche sulla telefonata tra l’inviato speciale Usa Steve Witkoff e il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, Putin ha dichiarato che Witkoff “difende gli interessi del suo presidente e del suo Paese come li vede, non quelli della Russia”. Ha riconosciuto l’esistenza del dialogo: “E’ vero, abbiamo un dialogo, e non è facile. Sì, conduciamo questo dialogo senza insultarci e sputarci addosso, da persone intelligenti”. Sui contenuti della chiamata ha aggiunto che potrebbero essere “un falso” e che intercettare comunicazioni “è un crimine in Russia”.

Infine, il capo del Cremlino ha affrontato il tema dei beni russi congelati in Europa, avvertendo che la loro confisca avrebbe “conseguenze negative per il sistema finanziario globale” e ridurrebbe la fiducia nell’Eurozona. Ha confermato di essere al lavoro su un “pacchetto di contromisure” nel caso in cui l’ipotesi avanzata a livello europeo dovesse concretizzarsi.

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