Il sostenitore dei nazisti di Afd che accusa la Ue di essere nil nuovo nazismo. Elon Musk torna a polemizzare con le istituzioni europee, arrivando a definire l’Unione Europea “praticamente” il “Quarto Reich”. L’affermazione è una risposta a un contenuto apparso su X, in cui la dicitura “Quarto Reich” compare accanto a una svastica sotto la bandiera dell’Ue. Nel frattempo, dalla stessa piattaforma si apre un nuovo fronte di scontro con Bruxelles.
Nikita Bier, responsabile di prodotto di X, annuncia infatti la chiusura dell’account pubblicitario collegato alla Commissione europea. Nel suo messaggio, Bier affianca un post dell’esecutivo comunitario e descrive l’Ad account come un profilo aggiuntivo utilizzato per gestire le attività promozionali.
Secondo Bier, la decisione segue la multa da 120 milioni di euro inflitta alla società per presunte violazioni delle norme sulla trasparenza. Il dirigente sostiene che la Commissione avrebbe effettuato l’accesso a un profilo inattivo “per sfruttare una vulnerabilità nel nostro Ad Composer”, e che ciò avrebbe permesso di pubblicare “un link che induceva gli utenti a credere che si trattasse di un video e aumentando artificialmente la sua portata”.
Bier aggiunge inoltre: “Avete effettuato l’accesso all’account pubblicitario inattivo per sfruttare una vulnerabilità nel nostro Ad Composer, pubblicando un link che induceva gli utenti a credere che si trattasse di un video e aumentando artificialmente la sua portata. Come forse saprete, X ritiene che tutti debbano avere pari voce in capitolo sulla nostra piattaforma. Tuttavia, sembra che voi riteniate che le regole non debbano applicarsi al vostro account. Il vostro account pubblicitario è stato chiuso”.
Da Bruxelles, la replica arriva attraverso un portavoce della Commissione, che afferma che l’istituzione “utilizza sempre tutte le piattaforme di social media in buona fede” e si limita agli strumenti messi a disposizione degli account istituzionali, come il “Post Composer” di X. La Commissione ricorda inoltre di aver interrotto ogni forma di pubblicità o servizio a pagamento già nell’ottobre 2023, precisando che la sospensione “è ancora valida”. L’esecutivo respinge quindi qualsiasi ipotesi di utilizzo improprio degli strumenti offerti dalla piattaforma.
