L'ad di Irbm Di Lorenzo denuncia: "I dati del vaccino AstraZeneca sotto attacco degli hacker"
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L'ad di Irbm Di Lorenzo denuncia: "I dati del vaccino AstraZeneca sotto attacco degli hacker"

Piero Di Lorenzo, ad dell'azienda che ha collaborato con Oxford per il vaccino: "Solo grazie agli specialisti siamo riusciti a difenderci, ma la situazione è grave"

Vaccino AstraZeneca
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4 Dicembre 2020 - 08.55


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Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato dell’Irbm Pomezia, l’azienda che ha collaborato con l’università di Oxford per la messa a punto del vaccino AstraZeneca ha rivelato una situazione molto inquietante per la siruezza informatica: “La normalità è finita da quando è stato reso pubblico quale sarebbe stato il prezzo di vendita del vaccino (2,80 euro a dose). Da allora abbiamo cominciato a subire attacchi hacker professionali violentissimi, che si sono intensificati quando è stata resa pubblica la quantità di oltre tre miliardi di dosi che sarebbe stata prodotta. Ne abbiamo avuti sette molto pesanti”. 
Gli attacchi, secondo quanto rivela Di Lorenzo, provengono dall’estero con l’obiettivo di entrare nel server dell’Irbm per “rubare dati sensibili dell’operazione vaccino. Solo grazie agli specialisti e alle difese aziendali, e con l’aiuto delle istituzioni preposte, abbiamo potuto resistere. Ma ora non possiamo più utilizzare mail e telefoni per tutte le comunicazioni di dati sensibili ed è un bel granello di sabbia nell’ingranaggio”.
La tempistica fa pensare al movente ‘politico’, per indebolire la posizione di un vaccino che è economico e facile da trasportare. “Beh, sarei ipocrita se rispondessi che non ho pensato al gioco geopolitico che potrebbe essere dietro a questi fatti, di cui ho sentito parlare da alcuni opinionisti – chiosa Di Lorenzo – Ma, siccome passa un chilometro sopra le nostre teste, preferisco scacciare i brutti pensieri”.
“Tutte le linee di sperimentazione continueranno perché si aspettano ancora risposte in merito al tempo di efficacia del siero – conclude Di Lorenzo – È vero anche che per lo stesso motivo sono in partenza i test in vari altri Paesi nel mondo, compresa l’Italia”.

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