Grecia, danni di guerra? Parliamone
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Grecia, danni di guerra? Parliamone

Il presidente della Repubblica tedesca dice che Berlino dovrebbe esaminare le proprie responsabilità storiche in Grecia.

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5 Maggio 2015 - 09.33


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Le autorità greche hanno accolto con grande favore la recente dichiarazione del presidente tedesco Joachim Gauck, a giudizio del quale la Germania dovrebbe prendere in considerazione il pagamento delle riparazioni della seconda guerra mondiale per la Grecia. “Le affermazioni del presidente tedesco Joachim Gauck rappresentano un importante un contributo allo sforzo che continuiamo a fare per sanare le ferite del passato – commenta il vice ministro della Difesa greco, Kostas Isihos – e questa è anche una risposta a coloro che sostengono che le nostre richieste di risarcimento dopo la seconda guerra mondiale sono dirette contro la Germania. Questo è sbagliato”.

Anche ha aggiunto Zoi Konstantopoulou, speaker del Parlamento ellenico esprime soddisfazione: “Il presidente tedesco ha fatto una dichiarazione storica, che sottolinea la necessità di esaminare più a fondo la prospettiva tedesca di un pagamento delle riparazioni alla Grecia, questa è la prima volta che la parte tedesca si apre alla questione del debito di guerra “.

Il presidente Gauck ha detto al quotidiano “Suddeutsche Zeitung” di comprendere gli appelli di Atene per le riparazioni della seconda guerra mondiale ed ha aggiunto che Berlino “dovrebbe esaminare le proprie responsabilità storiche in Grecia. Non non siamo non solo le persone che vivono questi giorni e quest’epoca, ma anche i discendenti di coloro che durante la seconda guerra mondiale si sono lasciati dietro in tutt’Europa una scia di distruzione in Europa ed anche in Grecia, di cui pure per tanto tempo abbiamo saputo vergognosamente poco”. Secondo il presidente tedesco, questa è la cosa giusta da fare “per un Paese consapevole di avere avuto una storia come la nostra, e che oggi dovrebbe considerare quali possibilità ci possano essere per riparazioni.”

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Dal punto di vista dei greci, oggi la Germania è anche il creditore più esoso, e contro i 240 miliardi di euro del piano ti salvataggio europeo hanno presentato a Berlino un conto di 278 miliardi e 700 milioni, dei quali 103 derivano dal “prestito forzoso” imposto dal regime nazista ad Atene, ed il resto riguarda risarcimenti per omicidi o danni alle infrastrutture. La Germania ribatte di avere già versato dei risarcimenti nel 1950 per una somma che oggi equivarrebbe a circa 230 milioni di dollari.Quando le forze naziste presero il controllo della Grecia nel 1941, si aprì anche uno dei più sanguinosi scontri della seconda guerra mondiale con la feroce lotta della resistenza greca per porre fine all’occupazione. Il governo di Atene fu tuttavia impotente ad evitare che il Terzo Reich imponesse un prestito 476 milioni di marchi alla banca centrale con , e questa operazione devastò l’economia del Paese.

L’attuale primo ministro greco Alexis Tsipras ha investito grandi speranze nella negoziazione, mentre sul piano del prestito europea ha puntato sul carisma e e l’influenza del suo ministro delle Finanze, Janis Varufakis che a sua volta ha tentato di condurre la trattativa da protagonista alternando toni conciliatori a dichiarazioni roboanti, rilassatezza e arroganza.

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Adesso però sembra che per Varufakis il tempo di mettersi sotto i riflettori si stia concludendo: dopo mesi di incontri e colloqui il ministro greco non viene più considerato un politico serio dal funzionari della UE e del Fondo monetario internazionale e questi sferzanti giudizi cominciano a riflettersi anche sul piano interno e adesso ad Atene anche nel raggruppamento di “Siryza” ci sono gruppi che sostengono il ministro delle Finanze ed altri che lo criticano apertamente.

Da qualche ministro greco, Varufakis viene visto come l’uomo che ha superato in visibilità il premier superato il premier Alexis Tsipras, che come un leader che ha vinto le elezioni è stato messo in ombra dalla campagna di dei media sul suo menestrello delle Finanze,e quando i funzionari europei hanno cominciato a ignorare Varufakis ed esprimere su di lui soltanto critiche, ad Atene molti hanno cominciato a pensare che in questo modo si compromette anche la debole reputazione della Grecia nell’Unione europea e nella regione.

Tutto questo ha fatto il modo che il ministro delle finanze rimanga nel gioco ma in posizione più defilata: in futuro il ruolo guida nei negoziati con UE e il FMI spetterà ad Euklidis Cakalotos ,vice ministro degli Affari Esteri, nel quale è responsabile delle relazioni finanziarie internazionali. Varuflakis da adesso in poi sarà soltanto il coordinatore della squadra negoziale, ed il fatto che Cakalotos sia molto vicino al primo ministro Alexis Tsipras ripristina le gerarchie politiche.

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Fra danni di guerra e prestiti di pace, la Grecia si appresta a vivere le prossime due settimane in un clima di alta tensione determinato dal riaffacciarsi della minaccia di fallimento e di tutti i problemi che ne deriverebbero. Il primo ministro Tsipras ha escluso la possibilità di convocare elezioni anticipate se i negoziati falliscono con i creditori internazionali fallissero, ma si dice pronto a ricorrere da un referendum circa l’accordo coi creditori , aggiungendo di essere fiducioso sul fatto che la maratona negoziale possa sfociare in un accordo.

Tsipras deve dimostrare dignità nelle negoziazioni e nello stesso tempo porre rimedio al fallimento tattico di Varuflakis per sopravvivere al potere facendo in modo che la Grecia resti nella zona euro, attaverso procedure particolarmente difficili. Quel che al momento appare certo è che un fallimento delle trattative condurrebbe alla sconfitta politica sia di Tsipras che della UE , ed aprirebbe la strada non solo alla caduta del suo governo ma anche un confronto duro in Grecia. L’opposizione può contare ancora su partiti influenti come “Nea Demokratia” e “Pasok” che non rimarrebbero certo a guardare e sono pronti a scatenare un’ ondata di proteste popolari.Se al contrario si allentassero le pressioni della UE e del FMI, il soggiorno di Tsipras al potere potrebbe prolungarsi ma affiorerebbero altre divisioni interne nel gruppo parlamentare di “Siryza” che potrebbero sfociare in elezioni anticipate.

Fonti: Agenzie

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